In Spoon River Anthology, the American poet Edgar Lee Masters (1869–1950) created a series of compelling free-verse monologues in which former citizens of a mythical Midwestern town speak touchingly from the grave of the thwarted hopes and dream of their lives. First published in book form in 1915, the Anthology was the crowning achievement of Masters' career as a poet, and a work that would become a landmark of 20th-century American literature. In these pages, no less than 214 individual voices are heard — some in no more than a dozen moving lines. Alternately plaintive, anguished, enigmatic, angry, and contemptuous, the voices of Spoon River, although distinctively small-town Americans, evoke themes of love and hope, disappointment and despair that are universal in their resonance. This American classic is reprinted here from the authoritative 1915 edition.
Fernanda Pivano Livres
Fernanda Pivano fut une figure essentielle des lettres italiennes, reconnue comme écrivaine, journaliste, traductrice et critique. Elle a profondément marqué le paysage littéraire italien par son travail de traduction, présentant à un large public des auteurs américains allant des classiques aux talents émergents. Ses introductions éclairées à ces traductions ont enrichi l'expérience du lecteur, offrant des connexions plus profondes avec la littérature américaine. Pivano fut une ardente défenseure et pionnière, qui a fait connaître en Italie les voix de la Beat Generation et d'autres écrivains américains importants.





Sur la route
- 436pages
- 16 heures de lecture
Opus pistorum
- 315pages
- 12 heures de lecture
Publié pour la première fois en 1983 aux USA, ce roman fut écrit par Miller en 1941-42. Il y narre une odyssée du sexe sous les toits de Paris, traçant une galerie de portraits sexuels d'hommes et de femmes déclinant leurs fantasmes.
Un viaggio di sedicimila chilometri tra strade di asfalto e di polvere, da New York alla California, e poi al centro dell'America, giù fino al Messico e di nuovo in California, sulle tracce di "On the road" di Jack Kerouac, per scoprire cosa è cambiato nel grande paese e ascoltare nuove storie. Un racconto dove si incontrano i vecchi drive-in e l'ombra di John Wayne. E dove si incrociano le pagine di Jack London e Cormac McCarthy, tra l'antico mito del West e la più struggente e bizzarra di tutte le nostalgie: quella per ciò che non si è vissuto. Con una prefazione di Fernanda Pivano.
On the Road. Il «Rotolo» del 1951
- 504pages
- 18 heures de lecture
«Sono andato veloce perché la strada è veloce.» Tra il 2 e il 22 aprile 1951 – scrive Kerouac a Neal Cassady – «ho scritto un romanzo su una striscia di carta lunga 120 piedi infilata nella macchina da scrivere e senza paragrafi, fatta srotolare sul pavimento e sembra proprio una strada». Con questo “rotolo” ha inizio la vicenda del mitico romanzo che narra i viaggi di Kerouac tra Stati Uniti e Messico negli anni 1947-50 e che vedrà la luce, in una versione ampiamente rimaneggiata, solo nel 1957. Più lungo di quello definitivo, il testo originario di On the road contiene numerose scene poi tagliate e risulta più cupo, spigoloso e disinibito. Intima, sfrenata e “vera”, la scrittura di Kerouac trascina il lettore alla bruciante scoperta di una strada che è la vita stessa.