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Piero Rattalino

    Alfred Brendel
    Il linguaggio della musica
    Pianisti e fortisti
    Vita di Wolfgango Amadeo Mozart
    Wilhelm Backhaus
    Celeste e infernale
    • Wilhelm Backhaus fu la perfetta antitesi dell'artista maledetto. Rampollo di una famiglia borghese dell'operosa Lipsia, fu operoso dal primo giorno in cui affrontò il mestiere del concertista fino all'ultimo, settant'anni dopo, in cui il cuore lo tradì mentre per l'ennesima volta stava eseguendo una sonata di Beethoven. Onesto, preparato, coscienzioso come musicista,fenomenale nel dominio della tastiera, Backhaus fu il primo concertista che si ponesse di fronte al testo come il fotografo, non il pittore, si poneva di fronte alla natura. E perciò fu dapprima considerato un grande tecnico, non un grande artista. La sua arte fu riconosciuta per tale, e somma, quando scomparve la generazione dei "pittori" che aveva preceduto la sua. Così Backhaus, con il suo modo di operare tranquillo e schivo, segnò in realtà il trapasso da un'epoca ad un'altra di storia dell'interpretazione al pianoforte. Discografia a cura di Luca Chierici

      Wilhelm Backhaus
    • Pianisti e fortisti

      Viaggio pellegrino fra gli interpreti alla tastiera

      • 612pages
      • 22 heures de lecture
      Pianisti e fortisti
    • Henri Blaze de Bury, recensendo l'esecuzione lisztiana della parafrasi dell'Invito alla danza di Weber scriveva: «Chi non ha mai ascoltato Liszt tradurre con la sua anima e il suo genio questo episodio fantastico ignora a qual grado di sovraeccitazione possa condurre il senso della musica». Il grande virtuoso Biedermeier — terrificante la quantità di note e di timbri che riusciva a cavare dal suo strumento — il perfetto collaudatore dei pianoforti Érard, il disincantato e solitario incantatore, sicuramente uno tra i massimi protagonisti — compositore e interprete, ma anche didatta e saggista — dell'Ottocento musicale, i suoi innumerevoli affari di cuore — casti amori e brucianti passioni (le ultime parole che il padre Adam gli rivolse prima di morire furono: «Temo per te le donne») — sono qui raccontati da Piero Rattalino in un meditato, e spregiudicato, "ritratto d'artista".

      Liszt o il giardino d'armida