Cet auteur et critique littéraire italien est réputé pour ses explorations perspicaces des vies et des œuvres de figures célèbres, des héros antiques aux géants littéraires modernes. Son écriture se caractérise par une profonde compréhension de la psyché humaine et une capacité à saisir l'essence du génie créatif. L'auteur explore les complexités de l'existence humaine et du processus créatif artistique avec un souci méticuleux du détail et une sensibilité poétique. Ses essais et biographies critiques offrent aux lecteurs une perspective unique sur l'histoire littéraire et la nature même de l'écriture.
From the award-winning translators of Crime and Punishment, Richard Pevear and Larissa Volokhonsky.Based on a real-life crime which horrified Russia in 1869, Dostoevsky intended his novel to castigate the fanaticism of his country's new revolutio
Ein biographischer Essay über Zelda und F. Scott Fitzgerald
Ihr Leben widerspiegelt die Zeit der Roaring Twenties und der anschließenden Weltwirtschaftskrise wie kein anderes. Zusammen erlebten Zelda und Scott Aufstieg und Fall, Rausch und Kater einer ganzen Epoche.
Al principio della sua vita, Giacomo Leopardi era felice. Nell'infanzia, gioia, furia, «allegrezza pazza» riempivano le sue giornate. Era amato e ammirato dai fratelli. Il padre Monaldo pareva uscito da un'opera buffa: chiacchierone, bizzarro, paradossale, del tutto inetto a sopportare la realtà. La bellissima madre Adelaide non baciava i figli, non dava carezze, ma Monaldo fu per Giacomo padre e madre insieme, con una tenerezza grandiosa e assorbente. L'immensa biblioteca era il centro della vita familiare; Giacomo vi vedeva riflessi l'ordine e l'armonia dell'universo; ogni cosa aveva un senso. Poi l'infelicità piombò su di lui. Cosa accade a Leopardi nel cuore della sua giovinezza? Un «sistema di malattie» si impadronisce del suo organismo. Giacomo non sente più né la natura né la bellezza; il sentimento, l'entusiasmo si dileguano; l'infelicità umana è irrimediabile. Non gli resta che sopportare: arte in cui diventa, in pochi anni, un maestro. Ma la sua mente è innamorata delle contraddizioni, dei rovesciamenti e degli sdoppiamenti. Così, continua a ricercare la felicità, pur sapendo che è un'impresa disperata. La insegue nel piccolo, accogliente mondo aristocratico-borghese di Bologna; a Pisa, nella tenue aria primaverile; a Firenze, tra le luci autunnali del lungarno; tra i gelati, le pasticcerie e i panorami di Napoli. Vive quasi tutto il resto della sua vita celando i dolori, le angosce, la desolazione, le passioni, la solitudine, il dono di essere un genio immenso. Leopardi non conosceva i tempi e i luoghi moderni, non apparteneva a nessuna epoca, né a quella presente né a quella passata. Era a casa dappertutto e da nessuna parte. Questa radicale estraneità gli permise di comprendere come nessun altro il diciannovesimo e il ventesimo secolo, la società borghese e quella di massa. Se leggiamo lo Zibaldone, lampi ci richiamano di continuo alla memoria Nietzsche, Spengler, Adorno. Senza saperlo, Leopardi ci parla di Flaubert, di Kafka, di Musil, di Gadda, di tutti gli scrittori novecenteschi votati alla «disperazione placida», all'incompiutezza, all'analisi ininterrotta, alla condizione di stranieri. Ma al di là dell'intelligenza e della incredibile velocità mentale, in ogni sua poesia echeggia una musica inesprimibile con le parole, quella facoltà misteriosa che gli consente di far nascere sotto i nostri occhi qualcosa che non conoscevamo: la luce della luna. Pietro Citati ci conduce attraverso la vita di Leopardi fino al cuore segreto della sua opera con la stessa sicurezza e partecipazione con cui ha saputo rivelarci l'essenza di Goethe, di Tolstoj, di Kafka, di Proust. Ci sono in questo libro alcune importanti novità biografiche e molte letture fresche e originali. Ma c'è soprattutto, come avrebbe voluto Leopardi, la capacità di immedesimarsi nello scrittore, di seguire ogni minimo impulso del testo, fino a creare una nuova opera, vibrante e appassionata.
«Citati segue con impressionante precisione la progressiva caduta nel buio delle due farfalle, come prima la loro ascesa nella luce sfolgorante. Penetra a fondo nell'animo dei Fitzgerald, nell'“incrinatura” che in lui si fa sempre più profonda, nella molteplicità e nella metamorfosi dello scrittore: nelle crisi di lei, nella complessità e tenacia del loro rapporto. Il ritratto che disegna della malattia mentale di Zelda, rapido e ritardato, pieno di particolari ma sovrastato dall'incombente Dämmerung , è un'opera al nero di prima grandezza che fa venire i brividi». Piero Boitani
Ulisse,"l'uomo dalla mente dai mille colori", l'eroe più conosciuto dell'epica occidentale, diventa in questo testo di Pietro Citati un universo da scoprire. Come nell'Odissea non traspare mai una struttura lineare e i motivi appaiono, scompaiono per riapparire di nuovo, sostituendosi agli altri e obbedendo a un sottile principio sinfonico, così il saggio di Citati attraversa temi, luoghi, personaggi omerici, in una serie di echi e rimandi, svelando le selve di enigmi dietro ogni immagine e parola: dalla venerabile Calipso, regina del centro e dea antichissima, ai "doppi" Feaci, abitanti di un mondo intermedio tra l'età dell'oro e quella moderna; da Polifemo, esponente di una civiltà bestiale-umana, alle Sirene, dalle seduzioni irresistibili.