Un bambino capita nel mondo del piccolo Blidfinn. Ma poi sparisce. Blidfinn vince la paura e va a cercarlo. Un viaggio avventuroso e fantastico, una storia di vita, morte e amicizia. Nella grande tradizione che viene dal Nord: un libro islandese premiato e tradotto un tutto il mondo. "Sai, Blidfinn" sussurrò il Sapiente all'improvviso, "per quanto ne so, credo che sia un bambino quello che hai trovato laggiù". Si lustrò il volto antico, scacciò una mosca borbottante dall'orecchio peloso e fissò la creatura con maggior attenzione. "Sì. È decisamente un bambino". Blidfinn non ne sapeva più di prima, anche se la parola aveva un bel suono. "Bambino? Cos'è un bambino?"
Depuis une quinzaine d'années maintenant, et tout particulièrement depuis la récente trilogie suédoise Millénium, nous surfons sur la vague des polars nordiques. Alors, si vous ne connaissez pas encore Indridason, le maître du polar islandais, voici le moment de le découvrir ! Une jeune hydrologue qui étudie la brutale baisse des eaux d'un lac trouve soudain un squelette ensablé. C'est le commissaire Erlendur Sveinsson qui est chargé de découvrir l'identité de ce mystérieux macchabée, qui semble dormir au fond du lac depuis une soixantaine d'années. En parallèle, nous suivons le jeune Tomas, parti étudier à Leipzig dans les années 1950. Tandis que l'enquête peine à avancer, l'auteur procède par flash-back : nous suivons ainsi Tomas et ses amis, enthousiastes face au communisme de l'après-guerre. Petit à petit, Indridason égrène subtilement les éléments qui vont s'imbriquer l'un dans l'autre... Comme dans Millénium, les personnages sont atypiques et rien n'est rose dans la vie du commissaire, c'est ce qui le rend si attachant. Un polar subtil, intelligent et dépaysant !
The Laxdæla Saga, translated from the Icelandic, is a significant historical work that has endured through time. This modern edition has been meticulously reformatted and retyped to enhance readability, ensuring that its rich narrative and cultural importance remain accessible to contemporary and future readers. The effort to preserve the saga reflects its value in understanding human history and Icelandic heritage.
A cura dell'esperto in cultura e storia islandese Jón R. Hjálmarsson, un atlante sui generis e una guida di viaggio alternativa per percorrere (di persona o con l’immaginazione) le strade d’Islanda immergendoci nella storia, nel paesaggio e nelle leggende legate a ogni luogo. Tra le ricchezze letterarie dell’Islanda c’è un patrimonio di miti e leggende tramandato attraverso i secoli che è tutt’oggi una presenza viva nell’immaginario popolare. Questo anche perché in nessun altro posto come in Islanda le storie sono inscindibili dal paesaggio, nascono da una natura “vivente” e misteriosa, che non ha tardato a popolarsi di troll, elfi, spettri, eroi e stregoni. Ogni angolo del paese ha ispirato le sue leggende, da cui spesso derivano gli stessi toponimi, e ogni leggenda può essere mappata geograficamente. L’Atlante leggendario delle strade d’Islanda ci guida in un viaggio attraverso l’isola raccontando le leggende più memorabili di ogni luogo, dalle località più famose agli angoli più remoti e inesplorati. Storie che spiegano l’origine di un villaggio, di una credenza o di una roccia bizzarra; storie sul serpente del lago Lagarfljót, sugli spiriti che dimorano in un anfratto, in una casa abbandonata o in una collina di lava; storie di eventi poderosi, imprese eroiche, luoghi sacri o incantati; storie legate al credo pagano, come la leggenda dell’impronta dello zoccolo di Ásbyrgi, e altre più recenti basate su eventi reali, come la tragica scomparsa di un gruppo di bambini in una cascata. Accompagnato da pratiche mappe e piccole illustrazioni, l’Atlante è suddiviso in zone geografiche e ogni leggenda è preceduta da un’introduzione che la localizza e ne spiega l’origine oltre a dare una descrizione del panorama circostante e curiosi cenni storici e culturali sulla regione, indicando di volta in volta quali sono i luoghi che hanno lasciato una loro traccia anche nelle saghe.
Terra di miti e leggende che sembrano riecheggiare ancora nei suoi paesaggi lunari, l’Islanda ha dato voce alla sua creatività anche in un originale patrimonio di fiabe, qui raccolte in un’antologia inedita. Un mondo di castelli stregati, lotte in sella ai draghi e viaggi per mare con le barche di pietra dei troll, popolato da bellissime regine che si rivelano orchesse, elfi dispettosi che è bene farsi amici, giganti a tre teste che escono dalle grotte di lava, e una natura «vivente» piena di misteri, dove ogni roccia, animale o corso d’acqua può nascondere un’insidia o una presenza fatata. Storie che raccontano l’eterna lotta tra il bene e il male a colpi di magie, metamorfosi e prove di astuzia e di coraggio, ma anche l’origine di un proverbio o di un’antica credenza che fonde il sacro e il pagano, come quella degli elfi, i «figli sporchi» che Eva non è riuscita a lavare prima di una visita di Dio e che da allora dimorano negli anfratti rifuggendo ogni sguardo umano. Storie in cui i motivi di Biancaneve o della Bella addormentata hanno risvolti per noi inaspettati, e se la giustizia trionfa sempre come vuole la tradizione, punendo i malvagi e dando felicità e ricchezza ai probi, ogni fiaba ci sorprende con uno humour irriverente, un’inedita sensualità o una crudezza che ricorda le saghe. Pagina dopo pagina ci avviciniamo all’anima di un popolo che nelle solitudini boreali ha sempre viaggiato con la parola, l’immaginazione, la poesia.