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Roberta Bruzzone

    Favole da incubo
    Io non ci sto più
    Versace. Autopsia di un delitto impossibile
    • 5 luglio 1997. Gianni Versace, stilista iconico degli anni Novanta, viene ucciso sulla soglia della sua meravigliosa villa, al 1116 di Ocean Drive, Miami. Sono le 8.45 del mattino e il suo compagno lo trova in una pozza di sangue, le chiavi da una parte, il giornale dall’altra.A sparare, come viene fuori dopo un’iniziale ipotesi di omicidio in odor di mafia, è stato Andrew Cunanan, party boy d’alto bordo della comunità gay, già responsabile della morte di altre quattro persone. Cunanan, ventotto anni, è bello, intelligente, con un QI decisamente al di sopra della media: cosa lo ha spinto a uccidere a bruciapelo proprio Versace?Questo, così come tanti altri interrogativi sulle incongruenze dell’omicidio Versace, rimarrà un mistero. Dopo una frenetica caccia all’uomo, l’FBI rintraccia Cunanan: in una house-boat nei pressi di South Lake, morto, ucciso con la stessa arma con cui ha portato a termine i suoi delitti.In questo libro, a venticinque anni di distanza dai fatti, Roberta Bruzzone ricostruisce le tappe fondamentali di una storia torbida e controversa, ipotizzando piste alternative e raccontando ai suoi lettori quella che si può definire a tutti gli effetti “un’indagine imperfetta”.

      Versace. Autopsia di un delitto impossibile
    • Io non ci sto più

      Consigli pratici per riconoscere un manipolatore affettivo e liberarsene

      Tutti, prima o poi, abbiamo a che fare con un manipolatore affettivo: qualcuno che dice di tenere a noi, ma finisce per farci fare sempre quello che vuole. Il pensiero corre subito al partner, certo, ma il manipolatore può essere anche un genitore, un fratello, un amico, un capo... Come riconoscerlo? Facile, è qualcuno per il quale non siamo mai abbastanza: abbastanza belli, abbastanza bravi, abbastanza brillanti... uno che in un modo o nell'altro mette sempre se stesso al centro dell'universo e riesce ad avere sulla nostra vita più influenza di quanto vorremmo. Vi viene in mente qualcuno? Probabilmente sì, perché siamo circondati da manipolatori, ma spesso non sappiamo (o non vogliamo?) riconoscerli. Roberta Bruzzone, che in tanti anni di carriera come profiler ha imparato a individuare al volo queste persone tossiche, ci spiega tutte le tecniche per riconoscerle, per difenderci e ritrovare libertà e serenità.

      Io non ci sto più
    • Favole da incubo

      Dieci (più una) storie di femminicidi da raccontare per impedire che accadano ancora

      • 304pages
      • 11 heures de lecture

      Dieci casi di cronaca nera tra i più sconvolgenti degli ultimi anni. Una criminologa e una giornalista da sempre in prima linea contro la violenza sulle donne. Un’analisi lucida e necessaria degli stereotipi di genere che hanno provocato queste tragedie annunciate, per sconfiggerli una volta per tutte.I maschi sono intelligenti, le femmine sono utili. I maschi sono “progettati” per comandare, le femmine per accudire. Gli uomini devono provvedere economicamente alla famiglia e realizzarsi nel lavoro, le donne devono stare a casa. Questi sono solo alcuni degli stereotipi di genere più comuni che ancora permeano la nostra cultura. Pensate che siano in gran parte retaggi di un passato ormai superato? Questo libro ci dice che non è affatto così. Gli stereotipi di genere sono tra noi, ogni giorno. E no, non sono affatto “innocui”, come molti sembrano considerarli. Attraverso la ricostruzione di dieci casi di femminicidio tra i più sconvolgenti degli ultimi anni, Roberta Bruzzone ed Emanuela Valente analizzano i principali preconcetti culturali e sociali che hanno operato in queste vicende inconcepibili, eppure reali. Stereotipi, pregiudizi e tabù a cui hanno obbedito un po’ le vittime, gli assassini, l’opinione pubblica e perfino i media che ne hanno parlato. Il quadro che ne emerge non è le idee sessiste sono ancora molto radicate, in ognuno di noi, senza distinzioni di condizione economica e culturale. Lungi dal voler giudicare, ma con lucidità e senza fare sconti a nessuno, Favole da incubo intende aiutarci a prendere coscienza di quelle voci che parlano dentro di noi, spingendoci ancora, nostro malgrado, a fare distinzioni di genere nella vita di ogni giorno. Perché la presa di coscienza è il primo, necessario passo per cominciare a scardinare questi schemi mentali e fare in modo che crimini tanto orribili non trovino più un terreno in cui mettere radici, crescere e riprodursi. Intervenire in tempo per fermare l’escalation è possibile, e soprattutto è possibile innescare quel profondo cambiamento culturale che può mettere fine una volta per tutte alla violenza sulle donne.

      Favole da incubo