Cet auteur explore les complexités des relations humaines et des dynamiques sociales à travers une prose perspicace. Ses œuvres abordent souvent des thèmes tels que la mémoire, l'identité et la quête de sens face à la tragédie. Avec un œil avisé pour le détail et une profondeur psychologique, il capture les nuances de l'expérience humaine. Son style se caractérise par son élégance littéraire et sa capacité à évoquer des émotions fortes, invitant les lecteurs dans un voyage profondément résonnant.
At turns poignant and funny, Sweet Dreams, Little One - the most successful
book to come out of Italy last year with over 1.2 million copies sold, and an
international sensation - is the story of a secret which has been kept hidden
for forty years and a lifelong search for happiness.
Tomàs lebt ein sinnloses, zynisches Leben, voller Angst vor Schmerz und Verantwortung. Durch Arianna, die an Zwillingsseelen glaubt, wird er in den "Seelen-Thermen" auf eine geistige Entdeckungsreise geschickt. Dort lernt er, sich selbst zu lieben, um auch andere lieben zu können. Sein größtes Ziel bleibt die Wiederbegegnung mit Arianna.
Gioconda detta Giò ha trentacinque anni, una storia familiare complicata alle spalle, un'anima inquieta per vocazione o forse per necessità e un unico, grande amore: Leonardo. Che però l'ha abbandonata. Smarrita e disperata, si ritrova a vivere a casa dei suoi nonni, morti a distanza di pochi giorni e simbolo di un amore perfetto. La notte di San Valentino, Giò trova un biglietto che sua nonna aveva scritto all'angelo custode, per ringraziarlo. Con lo sconforto, ma anche il coraggio, di chi non ha niente da perdere, Giò ci prova: scrive anche lei al suo angelo. Che, incredibilmente, le risponde. E le fa una promessa: avrò cura di te. L'angelo ha un nome: Filemone, ha una storia. Soprattutto ha la capacità di comprendere Giò come Giò non si è mai compresa. Di ascoltarla come non si è mai ascoltata. Nasce così uno scambio intenso, divertente, divertito, commovente, che coinvolge anche le persone che circondano Giò. Uno scambio che indaga non solo le mancate ragioni di Giò: ma le mancate ragioni di ognuno di loro. Perché a ognuno di loro, grazie a Filemone, voce dell'interiorità prima che dell'aldilà, sia possibile silenziare la testa e l'istinto. Per ascoltare il cuore. Anche e soprattutto quando è chiamato a rispondere a prove complicate, come quella a cui sarà messa davanti Giò proprio dal suo fedele Filemone, in un finale che sembrerà confondere tutto. Ma a tutto darà un senso.
Tomàs deve incontrarsi con Arianna, una ragazza che ha appena conosciuto a una conferenza intitolata Il peggiore dei mondi possibili, ma lei gli telefona e rinuncia all'appuntamento. Deluso, Tomàs si reca al mare, dove sul molo viene aggredito da un balordo e sta per annegare
"Non sembra il caso di suggerire ai nostri lettori di non aspettarsi i grandiosi affreschi di Tucidide o Tacito, di Machiavelli o Gibbon. Tutti sanno che non siamo storici e non avremmo comunque il mestiere e il genio per guardare a tali altezze. Ma da quei maestri una lezione l'abbiamo pur la Storia obiettiva, la Storia imparziale, la Storia definitivamente veritiera non esiste, può essere soltanto un'aspirazione, una meta intravista e irraggiungibile. Ogni pagina di questo libro è arbitraria e contestabile. Abbiamo scelto 150 giornate a nostro avviso significative, distribuendole equamente fra i quindici decenni dell'Italia Unita. Ma cosa vuol dire significative? Alcune erano obbligatorie, ma molte altre, non senza lunghe discussioni tra di noi, sono state incluse o escluse, con intendimenti ragionevoli e tuttavia opinabili. A ogni capitoletto di questa ormai lunga vicenda abbiamo cercato di dare un taglio narrativo, di partire da un particolare più vivido per evitare ai nostri lettori la triste impressione del grigiore scolastico. Sono 150 racconti contratti, ridotti all'essenziale e dolorosamente privi di infiniti risvolti, sacrifici dettati dalle necessità grafiche del quotidiano torinese "La Stampa" che ha avuto l'idea e che ha pubblicato nei mesi scorsi queste pagine. Il nostro intento era di offrire un'infarinatura di storia d'Italia a tutti coloro che ne hanno perso memoria o non l'hanno mai avuta.
Az intuíciónk folyamatosan tudatja velünk, kik vagyunk. De nem halljuk meg az istenek hangját, mert gondolataink kattogása, érzelmeink dübörgése elnyomja. Inkább nem veszünk tudomást az igazságról. Hogy ne szenvedjünk. Hogy ne gyógyuljunk meg. Mert különben olyanná válnánk, amilyenek félünk lenni. Minden porcikánkban elevenné. Az Álmodj szépeket megindító történet egy kilencéves kisfiúról, akinek szilveszter éjjelén váratlanul eltűnik az édesanyja. Jó ideig nem merik neki megmondani, hogy meghalt, amikor pedig kiderül az igazság, nem tudja elfogadni. Először önmagát vádolja, aztán számtalan formában visszavárja, újraalkotja magában, végül beletörődik, de feldolgozni felnőtt fejjel sem tudja. Egész élete a hiány jegyében telik, meghatározza fiatal-, majd érett felnőtt korát, félresiklott kapcsolatait, megvalósulatlan terveit, szűnni nem akaró erőfeszítéseit, hogy felfedezze önmagát, hogy megfejtse, mi állhatott édesanyja szeretetlenségének hátterében. Miért vagyunk itt, kik vagyunk, mit jelent az, hogy szeretni, és lehet-e hazugságban élni? – kérdezi egy életen át. Gramellini önéletrajzi regényében minden szó igaz, mer becsületesen őszinte lenni, meri vállalni az érzéseit. Nem csinál a történetéből hollywoodi filmet, mégis olyan izgalmas, mint egy krimi. Massimo Gramellini (1960) jogot tanult, majd sportújságíró lett. Később parlamenti, majd haditudósító. Buongiorno című közérzeti tárcarovata (La Stampa) rendkívül népszerű. Aktualitásokkal foglalkozó tévéműsorokban is szerepel. A mesék utolsó sora című, ezoterikus szerelmes regényként aposztrofált első könyve 250 000 példányban kelt el, az Álmodj szépeket pedig csak Olaszországban több mint félmillió példányban.
"Fin dall’infanzia, la scrittura è l’unico gesto quotidiano che riesca a trasmettermi serenità. Nella vita privata rimango un timido che sconfina nell’imbranataggine. In televisione mi agito e mangio le parole. Ma ogni sera, appena infilo la cuffia e la musica inizia a scorrermi nelle vene, le dita si muovono sulla tastiera del computer come se seguissero un tragitto inesorabile.Questa è una selezione dei Buongiorno che da quindici anni scrivo in fondo alla prima pagina del giornale con cui felicemente convivo: La Stampa. Sono trecentosessantacinque, come i giorni di un almanacco dove i sorrisi si alternano ai sospiri e gli scatti di indignazione agli sberleffi, lasciando sempre una finestrella aperta per i sogni di passaggio che avessero voglia di entrare. Il Buongiorno funziona soltanto se ha la leggerezza e l’imprevedibilità di un corsivo. Cioè soltanto quando è scritto con amore. Alludo all’amore dell’artigiano che rimane mezz’ora di più al tavolo di lavoro per piallare un aggettivo o sostituire una metafora traballante. Altro che mago. Sono un manovale che ogni giorno si monta la testa e pensa di poter fabbricare un mondo migliore con le sue parole. Un’illusione, certo. Ma se non la credessi vera, mi passerebbe la voglia di provarci."
La bambinitudine è lo stato di grazia che i bambini possiedono in modo inconsapevole e gli adulti si sforzano per il resto dei loro giorni di ritrovare. Non è un concetto, ma una predisposizione dell’anima alla scoperta. A vivere ogni volta come se fosse la prima. Quando è stata l’ultima volta che avete fatto qualcosa per la prima volta? Che avete scoperto qualcosa di inaspettato e avete provato un’emozione nuova? Immaginate un uomo che, superata la soglia dei cinquant’anni, diventa padre quando ormai, in famiglia e sul lavoro, si era adagiato su una perfetta vita da figlio. Che cosa può rompersi o scatenarsi all’improvviso? Il nuovo libro di Massimo Gramellini è il racconto di una trasformazione e di un’attesa. Nove capitoli, uno per ogni mese di «gravidanza», che compongono una lunga lettera, emozionante e ironica, destinata a un bambino che non c’è ancora mentre si fanno i conti con un padre che non c’è più. Una storia d’amore e di rinascita che ci ricorda come attraverso gli altri possiamo ritrovare in noi stessi infinite risorse e comprendere ciò che conta davvero. Se «la vita è un gioco e vince chi ritorna bambino», per riuscirci bisogna prima diventare adulti
Questo libro nasce dall'esigenza di mettere un po' di ordine in ciò che ordine non ha: l'amore. Lo fa con l'aiuto di tanti. Dei lettori, innamorati e non, che da dieci anni raccontano le loro storie alla rubrica "Cuori allo specchio". E della persona che pur essendo un uomo ha provato a dare a quelle storie una risposta: dapprima timidamente e poi con un coinvolgimento sempre maggiore. Attraverso le voci degli amici di carta dai 14 agli 80 anni che risuonano in queste pagine, ciascuno di noi avrà la possibilità di immergersi in un'avventura davvero unica: vivere insieme ai protagonisti le situazioni sentimentali più comuni e più varie, specchiandosi nelle esperienze degli altri per trovare una soluzione ai propri problemi. E accorgersi, magari, di custodirla già dentro di sé.