Mussolini
il fascino di un dittatore
Milano, Mondadori, 1989, 8vo bal. sovr. ill. pp. 515






il fascino di un dittatore
Milano, Mondadori, 1989, 8vo bal. sovr. ill. pp. 515
"Predomina in questa storia il rosso. Il rosso dell'inferno; il rosso del toro, stemma dei Borgia; il rosso delle fiamme che avvolgono negli incubi notturni il santo della famiglia, Francesco, sommerso dalle ignominie dei suoi progenitori." Antonio Spinosa, autore di numerose e fortunate biografie, rilegge la storia dei Borgia a partire dalla figura pressoché sconosciuta del santo gesuita Francesco de Borja, bisnipote dello scandaloso papa Alessandro VI, uomo ricco e potente perseguitato dal senso di colpa per i delitti legati alla sua famiglia. Dopo aver delineato la psicologia complessa e tormentata del santo, l'autore traccia una serie di ritratti potenti e tragici dei suoi tutt'altro che santi predecessori: dal papa Alessandro, simoniaco, lussurioso, mandante di innumerevoli omicidi, al terribile duca Valentino, fino all'ambigua Lucrezia, dalla fama di avvelenatrice dissoluta. Spinosa intreccia così, in pagine dense e avvolgenti, le glorie e le infamie di una famiglia che ha segnato come poche altre la storia del nostro Rinascimento.
Il 9 maggio 1774 Luigi Augusto di Borbone, duca di Berry, salì al trono di Francia con il nome di Luigi XVI. Nonostante il giudizio negativo di molti storici, che lo hanno tacciato di grettezza e indolenza, Luigi fu in realtà un uomo colto ma soprattutto u abile politico, che operò un radicale ricambio della classe di governo nell'ambito di un più ampio progetto di ammodernamento del paese.Con la maestria del narratore di storia e avvalendosi di una profonda conoscenza dell'epoca, Antonio Spinosa ci racconta la figura dell'ultimo monarca europeo asceso al trono «per diritto divino» privilegiando il suo misconosciuto aspetto di statista. Corredato di una ricca appendice di documenti in cui spiccano il testamento del sovrano e il resoconto del suo confessore, l'abate de Firmont, che rievoca le drammatiche ore prima dell'esecuzione, Luigi XVI non è solo il racconto della vita straordinaria dell'«ultimo sole di Versailles», ma anche un superbo affresco del paesaggio da lui illuminato.
Il 9 maggio 1774 Luigi Augusto di Borbone, duca di Berry, salì al trono di Francia con il nome di Luigi XVI, accolto entusiasticamente dal popolo che riponeva in lui grandi speranze di rinnovamento, tanto da definirlo Louis le Désiré , il Desiderato. E in effetti, almeno all'inizio, il giovane re non deluse le aspettative. Nonostante il giudizio negativo di molti storici, che lo hanno tacciato di grettezza e indolenza, Luigi fu in realtà un uomo colto - appassionato lettore dei classici, non disdegnava le opere dei philosophes illuministi, pur non essendo un loro discepolo -, ma soprattutto un abile politico, che operò un radicale ricambio della classe di governo nell'ambito di un più ampio progetto di ammodernamento del paese. Con la maestria del narratore di storia e avvalendosi di una profonda conoscenza dell'epoca, Antonio Spinosa privilegia della figura dell'ultimo monarca europeo asceso al trono "per diritto divino" proprio il suo misconosciuto aspetto di statista. Luigi XVI ebbe infatti il merito di promuovere una trasformazione, per tanti versi anticipatrice, dell'ordinamento istituzionale e giuridico: emancipò le amministrazioni periferiche dal potere centrale, abolì la servitù della gleba e la pena di morte, limitandola ai casi di alto tradimento, e si adoperò per sanare una situazione finanziaria compromessa dai predecessori. I suoi diciotto anni di regno, però, ebbero anche numerose ombre, tutte puntualmente indagate dall'autore. Non seppe sottrarsi all'influenza della moglie - l'intrigante e infedele Maria Antonietta d'Asburgo -, dell'aristocrazia e del clero, che si opposero con fermezza alle riforme economiche di stampo liberale dei ministri Turgot e Necker. E commise il fatale errore di fuggire da Parigi, ormai travolta dall'ondata della Rivoluzione, nell'estremo e inutile tentativo di ottenere l'appoggio degli altri monarchi europei, mettersi alla testa delle truppe rimastegli fedeli e, dopo aver liquidato individui privi di scrupoli come Robespierre, Marat, Danton e Saint-Just, tornare sul trono. Invece, catturato nella "buia foresta di Varennes", come profetizzato da Nostradamus, subì l'onta della prigionia, del processo pubblico e della morte sul patibolo. Corredato di una ricca appendice di documenti, in cui spiccano il testamento del sovrano e il resoconto del suo confessore, l'abate de Firmont, che rievoca le drammatiche ore prima dell'esecuzione, Luigi XVI non è solo il racconto della vita straordinaria dell'"ultimo sole di Versailles", ma anche un superbo affresco del paesaggio da lui illuminato.
Con questa Storia di Roma , Antonio Spinosa, il noto biografo, ricostruisce in un racconto appassionato le vicende che hanno segnato la nascita, l'ascesa e il declino della città fondata da Romolo. Un libro di grande leggibilità che restituisce un volto e un'anima alle schiere di re, imperatori, consoli, condottieri, donne, avvocati e sacerdoti che hanno reso immortale nel mondo il ricordo dell'Urbe eterna.
Regina di leggendaria bellezza, donna dalle accese ambizioni, ma anche pedina di un complesso gioco sulla scacchiera del Mediterraneo. Cleopatra fu tutto questo. Antonio Spinosa ricostruisce la vicenda della donna che sognò di conquistare l'impero romano con le armi della seduzione.